Una festa per celebrare e ricordare i primi dieci del Cus Pro Patria Milano. Ma anche per gettare le basi per un futuro ancora più importante. Nella Sala Appiani dell’Arena Civica il presidente Alessandro Castelli ha ricordato lo scetticismo generale che aveva fatto seguito al matrimonio fra il Cus Milano e la Pro Patria. Unione invece assolutamente felice e ricca di grandi risultati agonistici e non. In primis i titoli tricolori ed i vari primati nazionali, poi i tanti titoli universitari e le maglie azzurre conquistate sul campo. Fiore all’occhiello senza dubbio anche la gestione degli impianti milanesi di atletica leggera: da quello storico del Giuriati, al Campo 25 Aprile prossimo ad inaugurare la sua nuova pista coperta, al Bicocca Stadium la sede sociale che è tutta un fermento di lavori di ristrutturazione. Ma soprattutto l’aumento quasi esponenziale del numero dei tesserati arrivati nel 2018 oltre le 600 unità. Insieme all’allargamento della famiglia si sono ampliati gli orizzonti del club.
Primo appuntamento da non perdere nella stagione in corso che ha già messo in bacheca l’ennesimo titolo di staffetta di cross femminile sui prati di Gubbio certamente la finale Oro di Modena a fine giugno con la squadra femminile promossa alla massima serie dopo l’indimenticabile vittoria di Agropoli nel settembre scorso.
Per il presidente è arrivata poi, assolutamente a sorpresa, la consegna di una targa come ultimo presidente , in ordine temporale, anche della Pro Patria di Milano consegnatagli da Franco Ferrari, Corrado Tani e Luciano Patelli. Poi è iniziata la lunga kermesse delle premiazioni di tutti gli atleti e le atlete che hanno vestito con onore la maglia del Cus Pro Patria nel 2017.
Davanti al microfono dell’esperto conduttore Cesare Rizzi non tutti hanno mostrato la stessa disinvoltura sfoggiata invece in pista. La più in imbarazzo è stata proprio Nicole Reina che di titoli in maglia biancoblù ne ha conquistati ben 21 in soli cinque anni di attività. Molto più sciolta Sidney Giampietro che ha avuto un inizio agonistico nella stagione indoor davvero folgorante. Applausi scroscianti per il mega gruppo dei tecnici, che sono la grande forza del Cus Pro Patria. Senza il loro operato raggiungere determinati risultati sarebbe impossibile. Per una volta però la standing ovation è toccata ad un collaboratore tecnico davvero evergreen. Ermete Rodolfi, sardo indistruttibile classe 1938. L’alter ego da quasi vent’anni di Giorgio Rondelli al Campo 25 Aprile compirà 80 anni il prossimo 27 settembre. Non ci sono parole per descriverne l’infinita passione nel seguire gli allenamenti di atleti di ogni età. Unico.
I CAPITANI. Un momento particolare è stato anche quello relativo al discorso dei due capitani delle squadre del Cus Pro Patria. Giulia Milani ha voluto ricordare la forza del gruppo che ad Agropoli ha conquistato l’ingresso in serie Oro promettendo battaglia, anche a nome delle compagne, verso una finale di Modena non da comprimarie. Roberto Severi ha invece voluto mettere l’accento sul lavoro comune del team dei quattrocentisti che si allenano al campo Giuriati sotto la guida di Antonio Cecconi. Ma ha anche sottolineato la volontà feroce di tutta la squadra maschile per salire in serie Oro come hanno fatto le ragazze. “Ci vorrà un biennio, ma ce la faremo”. Più che un incitamento il suo è sembrato un proclama da vero capopopolo.
La festa di premiazione si è poi chiusa con due premi alla carriera. Il primo per Luca Leone che però ci ha tenuto a precisare che lui le scarpette al chiodo non ha nessuna intenzione di metterle. Lavoro o non lavoro di commercialista. Arrivato a Milano da Torino a soli 19 anni nell’autunno del 2005 Luca, all’ombra della Madonnina, ha realizzato tutti i suoi obiettivi. Prima la laurea alla Bocconi con relativo master. Poi l’inizio della professione come consulente legale. Con tanto di studio personale. In mezzo tanta atletica con la conquista della maglia azzurra, la partecipazione ai mondiali universitari di Belgrado nel 2009. Anche la ciliegina di un titolo italiano promesse sui 5000 nel 2008. Proprio nella sua Torino.
Chi invece la carriera l’ha chiusa già da qualche mese è stato Goran Nava. Il suo intervento di saluto e di ringraziamento è stato davvero un piccolo show. Secondo tradizione. Bravo anche a destreggiarsi dall’arrivo delle tre figliolette presenti in sala. Con la sua incalzante eloquenza ha incitato tutti a seguire la sua strada. Un cammino difficile, ma esaltante. Prima gli studi universitari in America con tanto di laurea. Poi la carriera di manager di varie multinazionali. In mezzo il sogno realizzato della partecipazione olimpica a Pechino 2008. Poi a raffica presenze non anonime ai campionati mondiali, europei all’aperto ed al coperto. Con due gemme. L’argento (800) ed il bronzo (1500) alle Universiadi di Belgrado 2009. Migliore esempio non ci poteva essere per chiudere alla grande il bel pomeriggio di festa del Cus Pro Patria Milano.
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