Se ne è andato il 3 marzo scorso all’età di 87 anni, Luigi Conti uno dei più grandi mezzofondisti dell’atletica italiana degli anni 60/70. Originario di Lecco dove era nato l’11 settembre del 1937, nella sua lunga carriera agonistica l’atleta brianzolo era stato finalista sui 5000 metri nel 1960 a Giochi Olimpici di Roma.
Primatista italiano sulla stessa distanza per sei anni con il tempo di 14:01.65, nel suo ricco palmares ci sono ben 24 presenze in azzurro oltre a 8 titoli italiani, tre nel cross e cinque in pista fra i 5000 ed i 10.000 metri. Trasferitosi a Schio, dove poi aveva trovato come allenatore il grande Mario Lanzi, ex primatista italiano degli 800 metri e medaglia d’argento olimpica nel 1936 a Berlino sulla stessa distanza, Conti aveva poi vestito la maglia dell’Esercito prima di approdare nel 1965 alla Pro Patria San Pellegrino dove il presidente era l’avvocato Franco Malnati, ma la mente operativa era quella del vulcanico Giuseppe Mastropasqua.
Con la stessa maglia il fondista azzurro aveva poi gareggiato nei successivi dieci anni sino al 1974. Conquistando ben cinque titoli di campione di cross a squadre e partecipando a due edizioni della Coppa dei Campioni ad Arlon. Fisico minuto, ma compatto con il suo 1 metro e 70 x 60 kg, Luigi Conti è stato un campione della corsa prolungata in cui si fondevano mirabilmente l’eleganza stilistica della corsa con la grande tenacia agonistica con cui si batteva da pari a pari con il sardo Antonio Ambu, il migliore mezzofondista di allora.
Punta di diamante di quell’eterogeneo gruppo di fondisti della storica Pro Patria degli anni 60/70 di cui facevano parte anche Osvaldo Segrada, Mario Binato, Massimo Begnis e Gianfrancesco De Menego. Un gruppo che fece da apripista alla successiva generazione dei grandi campioni della Pro Patria degli anni 80. Quella dei Cova, Panetta, Grippo, Fontanella, Erba, Marchei e del povero Fulvio Costa.